Sono entrato nella toilette più social del mondo - Imparafacile: formazione consulenza su web e social media marketing
1761
post-template-default,single,single-post,postid-1761,single-format-standard,wp-custom-logo,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode-theme-ver-17.2,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-5.6,vc_responsive
toilette-social

Sono entrato nella toilette più social del mondo

Dimenticatevi le solite frasi sconce o i disegnini osceni (ed anche i cartelli più o meno creativi come quelli elencati qui: http://www.oddee.com/item_96744.aspx).

Andate a Barcis, bellissimo borgo nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, in riva all’omonimo lago ed entrate nella toilette dell’Osteria degli Alpini. Vi troverete davanti a decine di scritte in italiano, inglese, russo, brasiliano, argentino, polacco e in molte altre lingue e dialetti italiani, scritte che significano tutte la stessa cosa: “chiudi la porta”.
Quello che stupisce è che non è una cosa organizzata dai gestori, ma è nata spontaneamente per iniziativa degli avventori del locale.
Ho chiesto ad una delle cameriere come fosse successo e lei mi ha risposto:”La titolare ha scritto in un paio di piastrelle di chiudere la porta, perché alcuni avevano la brutta abitudine di lasciarla aperta mentre usavano il bagno. Qualcuno ha iniziato a riscrivere l’avviso in altre lingue e adesso il bagno è tutto ricoperto, così come lo vedi

 

Che vi dicevo? La più spontanea attività “social” del mondo: usare una bacheca, in questo caso il muro del bagno, per condividere un po’ di sé.

Guardando le scritte ho pensato che dopotutto le spinte emotive che ci spingono a scrivere, sia lì nella toilette, che nei vari social media, sono sempre le stesse ed è bene ricordarsele sempre, noi che con i social media ci lavoriamo:

1) Amiamo partecipare. Soprattutto quando il progetto è divertente oppure utile (utile per noi o utile per la comunità).
2) Amiamo essere in relazione. Anche se non conosciamo personalmente le persone con cui entriamo in collegamento, ci basta sapere che abbiamo un interesse in comune o un obiettivo che possiamo raggiungere assieme.
3) Amiamo essere parte di qualcosa di “esclusivo”. Poter dire “noi e pochi altri eletti”, perché questo ci fa sentire in qualche modo speciali, al di fuori della massa. Non serve far parte di un club per super ricchi, basta anche un piccolo evento o un progetto divertente, del quale poter dire: io c’ero (sì, fosse anche solo il piccolo gruppo di quelli che hanno messo una scritta divertente sul muro)
4) Amiamo condividere ciò che sappiamo. Soprattutto quando la condivisione ci permette di dimostrare la nostra competenza o le nostre capacità.
5) Amiamo lasciare un “segno”. Succede dal tempo dei graffiti ed esprime il nostro desiderio di far sapere che ci siamo, che esistiamo.

Io con le mie riflessioni mi sono fermato qui, ma se volete approfondire gli aspetti psicologici che ci spingono ad usare i social media, consiglio la lettura dell’articolo: “The psychology of social media: the deep impulses that drive us online”.
Poi ripensateci, ogni volta che leggete una scritta sul muro di un bagno ;)

No Comments

Post A Comment