Storytelling: rendilo efficace in 3 step
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Storytelling: rendilo efficace in 3 step

Cosa c’entrano le favole e i film della Disney col tuo brand o il tuo blog? Molto se vuoi riuscire creare uno storytelling emozionante e coinvolgente!

A chi non è mai capitato di ritrovarsi così immerso in un libro da leggerlo fino a notte fonda o di uscire dal cinema e vivere ancora nell’atmosfera di un film appena visto? A tutti. Quanti di noi però riescono a raccontare una storia in modo così coinvolgente? Ben pochi purtroppo. Eppure a sentire Stefano Peruzzo, che ha tenuto una serata proprio sullo storytelling da Talent Garden Milano, è qualcosa alla portata di tutti.

Lo storytelling, tanto per iniziare, non è una novità: nasce all’alba dei tempi coi primi racconti tramandati da padre in figlio, poi trascritti, diventati favole, poi libri, poi film, pubblicità e così via. Perché funziona? Funziona perché siamo animali narrativi, predisposti fin da piccoli a pensare narrativamente (ti fai mai i film in testa?). Funziona anche perché quando una persona racconta una storia e c’è chi lo ascolta, i due cervelli si sincronizzano. L’ascoltatore usa metarappresentazioni che gli arrivano dalla propria esperienza, cosa che gli permette di immedesimarsi maggiormente.
Quindi basta raccontare una storia? No, non è così facile, esistono 3 step fondamentali per rendere uno storytelling efficace.

STEP 1: Analizza il tuo lettore/cliente/target

Prima di raccontare qualcosa al tuo cliente devi ascoltarlo, osservarlo e in qualche modo leggerlo a tua volta: raccogliere quante più informazioni possibili su di lui è fondamentale. Se presti attenzione alla persona a cui vuoi rivolgerti, essa ti dirà quali sono i suoi temi di vita (conoscenza, sopravvivenza, autorealizzazione, appartenenza), le sue paure (solitudine, povertà, malattia), i suoi bisogni ( cura, potere, esplorazione), i suoi desideri (come può aiutarla il mio prodotto?), e – se sei fortunato – anche altri dati personali (localizzazione, età, sesso, ecc).

Storytelling efficace

Lo storytelling deve soddisfare il desiderio di identificazione, di proiezione di chi ci segue, guarda, legge o ascolta. Se non sai cosa desidera il tuo target, non puoi offrirgli quello che lo emoziona, ciò che desidera. Quindi impara ad ascoltare e osservare. Impara anche a riprodurre argomenti, toni e parole di chi hai di fronte perché parlare la “stessa” lingua aiuta le persone ad avvicinarsi.
Sembra facile, ma non lo è perché la tendenza è quella di comunicare subito e tutto. Invece il primo passo per raccontare una storia vincente è proprio ascoltare.

STEP 2: Definisci il  core del tuo storytelling

Tutti sappiamo cosa facciamo, ma quasi nessuno di noi sa perché lo fa. Chiederti invece perché lo fai è fondamentale per costruire una tua strategia di storytelling. Apple per esempio non ti racconta cosa produce, ma come tutte le grandi aziende parte dal perché per arrivare solo alla fine a dirti cosa fa.
Quindi di fronte alla tua strategia di storytelling, la prima domanda da porti è “Perché?” e solo dopo “Come?” e “Cosa”.

Come puoi trovare la storia da condividere? Dove puoi cercarla? Potresti partire da un problema che hanno i tuoi clienti o lettori e aiutarli; oppure esporti in prima persona. Questa però non è una strada molto amata perché genera un po’ di paura, sia nelle persone che nelle aziende.
Potresti raccontare una storia interessante di cui hai sentito parlare, una storia dei tuoi clienti/lettori o una storia verosimile. Attento però a non raccontare una storia del tutto finta perché, una volta scoperto, chi ti ha seguito si potrebbe sentire tradito.

Walt Disney storytelling aforisma

Quando avrai fatto questo studio, dovrai trovare il giusto format narrativo. Tutte le narrazioni che conosciamo (film, libro, spot) utilizzano un format. I più famosi sono 3:

  • lo schema narrativo canonico;
  • il viaggio dell’eroe;
  • l’arco di trasformazione del personaggio.

Lo schema narrativo canonico è il format per eccellenza, usato nelle fiabe e anche per esempio nei film Disney: ha un protagonista, un trauma, un’impresa da compiere, un antagonista, un aiutante, un conflitto, un oggetto magico, un tesoro e delle nozze finali. Se hai un’azienda, il protagonista della tua storia dovrà essere per forza il consumatore; il brand sarà invece o l’oggetto magico o l’aiutante, e qualche volta (meno spesso) il tesoro.
I format narrativi sono comunque molti e tutti adattabili a qualsiasi storia: già solo con una breve ricerca online potrai trovarne un po’.

STEP 3: Trova il giusto media per il tuo storytelling

Hai ascoltato, hai creato la nostra storia. Ora ti rimane diffonderla e selezionare il mezzo più appropriato. Puoi scegliere un blog, un social, la TV, la radio ecc…Tutto dipende da dove “abita” il target che vuoi colpire. L’importante è non ripetere lo stesso contenuto su mezzi completamente diversi. Se i media sono diversi, il contenuto va declinato differentemente: su Twitter non si parla come su Facebook; il linguaggio televisivo è lontano da quello radiofonico, e così via.

In 3 semplici, anche se importanti, passi puoi fare dello storytelling di qualità che ti permetterà di trasmettere credibilità, creare un legame suscitando emozioni, creare anche solo intrattenimento o stimolare il tuo cliente o chi ti legge a compiere un’azione!

Per approfondire l’argomento, ecco alcuni libri e un video:

  • Morfologia della fiaba“, Vladimir Propp. Ed. Einaudi;
  • Teorie della narrazione“, Guido Ferraro, Ed. Carocci;
  • Neuronarratologia. Il futuro dell’analisi del racconto“, Stefano Calabrese, Ed. Archetipo Libri;
  • Start with why“, talk di Simon Sinek per TED
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